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FISCO: ALLO STUDIO LA RIFORMA DEL CATASTO

C’è anche la tanto temuta riforma del catasto, tra i punti cardine del disegno di legge delega per la riforma fiscale, all’esame del Consiglio dei Ministri.

Obiettivo: rivedere il meccanismo di calcolo delle imposte sugli immobili per avvicinare i valori catastali ai reali valori di mercato. Le case d’epoca del centro storico non saranno più tassate come un bilocale di periferia.

Non più i vani dell’immobile saranno l’unità di misura per la rendita catastale, che è la base imponibile per l’Imu, ma i metri quadri in cui si misura la superficie.

Un criterio sicuramente più oggettivo e matematico che eviterà vistose ingiustizie fiscali.
La riforma prevede anche una divisione territoriale dei comuni in diversi “ambiti territoriali del mercato” per distinguere le zone di maggiore o minore pregio immobiliare. Ci sarà una revisione delle categorie catastali: considerato che le attuali categorie catastali per gli edifici residenziali sono sempre più inadeguate a rappresentare l’attuale realtà del mercato poiché risalgono al periodo di “costruzione” del catasto urbano (attualmente il 70% delle case rientra nelle categoria A/2 e A/3), verrà rideterminata la classificazione degli immobili. La rendita catastale sarà poi calcolata con un complesso algoritmo che dovrebbe ricondurre il valore fiscale a quelli di mercato, individuati dall’Agenzia del Territorio redistribuendo i carichi tributari. A quel punto il catasto darà un valore aggiornato sul quale dovrà essere semplicemente applicata l’aliquota stabilita del comune.

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