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MERCATO 2017: PER GLI ITALIANI IL MATTONE E' ANCORA L'INVESTIMENTO MIGLIORE

 Dopo anni di crisi con i prezzi reali delle case che sono calati mediamente del 20-25%, anche gli italiani più fedeli al mattone sembrano vacillare o almeno porre qualche “se” e qualche “ma” sulla sicurezza “a prescindere” dell’investimento immobiliare. Questo non vuol dire che non resista uno zoccolo duro legato a uno dei beni rifugio per eccellenza, ma semplicemente che gli italiani «sembrano più maturi e consapevoli quando si parla di mercato immobiliare». È la conclusione a cui è giunta la sesta edizione del sondaggio internazionale di Ing su “Case e Mutui” (svolto su un campione di di circa 15.000 individui di 15 Paesi tra Europa, Stati Uniti e Australia)

Può sorprendere come ancora il 28% degli italiani ritenga che il valore delle case non possa scendere (almeno nel lungo periodo), ma occorre tenere conto che solo lo scorso anno a credere che le abitazioni non avrebbero mai perso valore era quasi la metà del campione (il 47%), valore nelle prime posizioni tra i Paesi oggetto dell’indagine. E infatti l’Italia guida la classifica dei Paesi che più hanno visto crollare questa “certezza”, forse intaccata dal mancato rialzo delle quotazioni nemmeno a fronte di un mercato in ripresa dal punto di vista delle compravendite. Il 28% dei fedelissimi del mattone è comunque in linea con la media europea, con il 35% dei francesi e il 45% dei belgi che crede in una rivalutazione costante, così come il 30% degli Spagnoli e il 25% dei tedeschi. I più”scettici” sulla tenuta dell’investimento sono gli olandesi (13%), gli statunitensi (14%) e gli inglesi (22%).

Gli italiani rimangono invece i più dubbiosi in Europa rispetto alla crescita dei prezzi delle case nel breve periodo (un anno). Rimane «invariato rispetto all’anno precedente (+1%) il numero degli intervistati che crede nella risalita dei prezzi nei prossimi 12 mesi – nota Ing – con un atteggiamento decisamente più prudente rispetto al resto d’Europa: il 38% contro una media europea del 59%. Subito dopo l'Italia il Regno Unito, dove la percentuale di coloro che si attendono un rialzo dei prezzi crolla letteralmente passando dal 57% del 2016 al 44% (-13%), dato su cui probabilmente continua a influire l'effetto della Brexit».

Per quanto riguarda la percezione attuale dei costi delle case, lo studio per il terzo anno di fila conferma che molti europei considerano alti i prezzi correnti delle case (61%) con un picco in Lussemburgo (92%) e con i valori più bassi in Italia (51%) e nei Paesi Bassi (50%).

«Il rapporto degli italiani con l’investimento immobiliare dà segni crescenti di maturità. La presa d’atto di una parte crescente della popolazione che i prezzi delle case possano anche scendere – commenta Paolo Pizzoli, senior economist di Ing Italia – avviene infatti in un contesto nel quale il mercato immobiliare italiano non aveva manifestato segni evidenti dell’esistenza di una bolla speculativa. La discesa dei prezzi delle case si è quasi arrestata, e la ripresa in atto nell'economia ha generato un recupero del reddito disponibile che ha migliorato la capacità di accesso degli italiani al mercato immobiliare».

L'indagine ha evidenziato anche che rispetto al 2016 gli italiani sembrano incontrare minori difficoltà nel far fronte al costo dell’abitazione, ma ancora oggi un italiano su tre dichiara di avere problemi nel far fronte al canone d’affitto mensile, contro il 22% di chi fa fatica a pagare la rata del mutuo. «In entrambi i casi – nota Ing – si tratta di percentuali più alte della media europea, che vede solo il 21% degli affittuari e il 19% dei mutuatari segnalare difficoltà nel far fronte agli impegni mensili».
Fonte Sole24

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